L’incredibile storia dietro l’invenzione del Kaiten-zushi
Una delle esperienze più belle, in Giappone, è sperimentare la meraviglia che è il kaiten-zushi, quelli moderni con trenini automatizzati o quelli “antichi” con più intimità tra commensali e chef.
La traduzione letterale significa “sushi di rotazione” e si riferisce al modo in cui i piatti si muovono su un sistema di nastri trasportatori.
L’uomo responsabile di questa invenzione, Yoshiaki Shiraishi, ha sviluppato l’idea per superare un problema che aveva come proprietario di un ristorante di sushi molto attivo. Come molte persone che lavorano nel settore, trovava difficile reperire il personale giusto e il turnover dei dipendenti era elevato. Sebbene gestire le persone fosse difficile, trovò anche difficile svolgere tutto il lavoro da solo in alternativa.
Era tra l’incudine e il martello.
Un giorno, dopo una visita a una fabbrica di imbottigliamento di birra Asahi, gli è venuta in mente un’idea. Si chiedeva se un simile sistema di nastri trasportatori utilizzato per spostare le bottiglie potesse essere adattato per risolvere il suo problema.
Sfortunatamente, non è stato così semplice e una serie di problemi hanno afflitto i suoi primi progetti. In primo luogo, Shiraishi-san ha considerato i materiali naturali per il nastro trasportatore, ma ben presto si è reso conto che lavaggi frequenti l’avrebbero fatto marcire e si è spostato sull’idea dell’acciaio inossidabile.
In secondo luogo, ha dovuto capire come e la velocità corretta per spostare i piatti. Troppo in fretta e sarebbero volati di lato. Troppo lenti e avrebbero fatto arrabbiare i clienti impazienti.
Quindi, ha dovuto fare test su test e miglioramenti.
Alla fine, dopo cinque anni di progettazione e sviluppo, il ristorante giapponese ha aperto il suo primo stabilimento di sushi con nastri trasportatori nel 1958.
Il concetto fu un successo strepitoso e Shiraishi-san finì per aprire 250 ristoranti in tutto il Giappone.
Non molto tempo dopo la sua brillante idea si diffuse a livello internazionale.
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Brand, branding e brand identity
“Ti calendarizzo la call per briffarti sulla brand strategy”: ora immaginate un tipo con gli occhiali a specchio, il risvoltino e i mocassini senza calzino, e ditemi se non avete avuto anche voi la sensazione, almeno una volta nella vita, che i professionisti della comunicazione digitale parlino come i manager milanesi dei film comici. Almeno una volta nella vita.
Ovviamente non è così e anzi, nessun professionista che si rispetti ricorrerebbe mai agli inglesismi per darsi un tono. Si usa l’inglese perché alcuni termini riassumono più un concetto che un singolo significato, e quindi non hanno un vero e proprio corrispettivo nella lingua italiana. È il caso di parole come “brand”, “branding” e “brand identity”, di cui vale allora la pena approfondire il significato.
Brand: un’altra cosa rispetto alla marca
A dispetto di Google Translate che ci rimanda a “marca”, il brand è costituito da un insieme di elementi visivi, percettivi ed emozionali che la generalità delle persone associa a un marchio. Semplificando al massimo è l’insieme delle idee che le persone associano a un marchio.
Un ottimo esempio di brand, e di differenza tra brand e marchio o logo, è il Made in Switzerland. “Made in Switzerland” non è un marchio, né un’azienda né un logo, ma è un brand a cui le persone associano concetti come precisione, affidabilità e altissima qualità manifatturiera. Questi concetti positivi si riflettono su tutte le attività svizzere, perché spingono le persone ad affidarsi a loro con maggiore sicurezza, e a preferirle rispetto alle altre.
Il brand, quindi, influenza le scelte dei clienti, e per questo la costruzione del brand e di una identity sono attività tanto importanti.
Branding: la costruzione del brand
Gli artigiani svizzeri hanno impiegato secoli di specchiate e onorabili carriere per costruirsi, tramite il passaparola, una fama così solida. Inconsapevolmente, stavano facendo branding.
Il branding, infatti, è l’attività di costruzione e comunicazione di un brand e, per nostra fortuna, oggi non è più un’attività che richiede secoli. Grazie alla presenza di un gran numero di mezzi di comunicazione, e alla loro diffusione massiva, un’azienda ha la possibilità di farsi conoscere in poco tempo, specie affidandosi a professionisti del settore.
Un buon professionista nella comunicazione digitale è in grado, infatti, di studiare un’attività per individuarne gli elementi distintivi e le qualità principali, e realizzare su queste basi un’immagine coerente e veritiera, in grado di valorizzare e far conoscere tutto il buono che un’impresa ha da offrire, tramite strategie di comunicazione che coinvolgono anche la brand identity.
Brand Identity: la differenza si vede, si sente, si tocca
L’imballaggio bianco lucido di un certo eCommerce che vende abiti online, l’inconfondibile rosso lucido di una nota lattina, la forma triangolare di un famoso cioccolato. Tutti questi elementi fanno parte della identity: sono, cioè, elementi percepibili, materiali, esterni, che rimandano immediatamente a una determinata impresa.
Anche in questo caso non si tratta di scelte casuali, ma del frutto di una strategia professionale precisa, che stimola l’affezione e la fiducia dei clienti rendendo un’impresa immediatamente riconoscibile e, in qualche modo, familiare e degna di fiducia.
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I nuovi trend del mondo della comunicazione
Quello della comunicazione, e in particolare della comunicazione digitale, è un mondo in costante evoluzione che riflette tanto i progressi tecnologici quanto le spinte dal basso degli stessi consumatori in grado, grazie ai social, di farsi sentire molto più che in passato.
Ecco allora le ultimissime novità del mercato e come sfruttarle al massimo delle loro potenzialità:
Gli assistenti vocali
Indubbiamente la novità più evidente, e tra i prodotti più acquistati per le festività natalizie, Amazon Echo e Alexa di Google hanno rivoluzionato il mercato consentendo ai consumatori di fare acquisti semplicemente con la voce.
Un vero e proprio dialogo con l’assistente vocale, in grado di registrare dati per modulare di conseguenza le proposte d’acquisto, insieme a diverse altre funzioni che spaziano dalla musica al meteo.
I dati tra privacy e marketing
I dati dei consumatori che vengono registrati sono sempre più numerosi e specifici, e ci consentono di profilare e targhettizzare in modo davvero molto accurato.
Saper leggere correttamente i dati significa poter rendere più efficace la comunicazione proponendo a un certo bacino di consumatori messaggi personalizzati, che offrono maggiori possibilità di successo. È un’attività che richiede il ricorso a professionalità sempre più esperte, in grado da un lato di concentrarsi maggiormente sull’orientamento delle scelte dei clienti, e dall’altro di lavorare con i dati entro le coordinate imposte dalla nuova disciplina eurounitaria in materia di privacy.
Etica a tutto tondo
Tra le tendenze emerse con maggior forza sul mercato, c’è indubbiamente una maggiore attenzione e un maggior favore dei consumatori verso una comunicazione che valorizzi anche l’aspetto etico.
Se una volta sostenere una o più cause benefiche era sufficiente per la brand reputation, oggi il focus è sul messaggio pubblicitario che, grazie o a causa della sua diffusione capillare, è considerato in grado di influenzare la società. I temi “caldi” sono l’inclusività, con un generale sfavore verso le campagne di comunicazione che impongono canoni eurocentrici ed eteronormativi, e la sensibilizzazione ambientale.
In entrambi i casi si è registrata una risposta positiva verso quelle campagne di comunicazione impegnate nel lanciare messaggi positivi, valorizzando così il brand in modo indiretto.
Proporre una filosofia positiva avvicina i consumatori, che sentono di compiere non solo una scelta d’acquisto, ma anche uno statement sulle proprie posizioni etiche. Parallelamente, perché una scelta di comunicazione del genere sia davvero efficace, è necessario che sia inserita in un contesto di ampio respiro e di lungo periodo, con progetti che siano materialmente riscontrabili.
Come sfruttare questi trend?
Per prima cosa: il focus è ora concentrato sull’orientare i clienti non nella scelta se acquistare o meno, ma nella decisione di rivolgersi a un brand anziché a un altro.
Coca o Pepsi? Una volta era questione di gusti. Oggi una buona strategia di comunicazione potrebbe battere le papille gustative.
Assistenti vocali in grado di registrare un gran numero di dati, normative che ne regolamentano l’acquisizione, l’introduzione di elementi apparentemente estranei al commercio come i temi etici, sono tutti fenomeni che indicano anzitutto la necessità di rivolgersi a figure professionali in grado seguire in modo proficuo ed efficace ogni fase del processo.
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L’algoritmo a servizio della creatività
Il settore della comunicazione e del marketing digitale è stato ampiamente influenzato dall’introduzione di un gran numero di dati, statistiche, algoritmi, metriche e altri sistemi di misurazione che probabilmente stanno inventando mentre scriviamo.
Quella di ricorrere ai dati , ai Big Data, è una tendenza in continua crescita, che ha fatto emergere anche nuove professionalità, e che in apparenza imbriglia la creatività entro schemi predefiniti, costringendo il settore creativo a limitarsi a confezionare in modo più o meno dignitoso il contenuto che, in base all’analisi dei dati, sembra essere necessario.
Dati certi e processo creativo: il derby della comunicazione digitale
L’apparente conflitto tra questi due mondi a volte è ben visibile anche al pubblico. Di sicuro tutti ci siamo trovati, almeno una volta nell’ultimo anno, davanti a un testo che sembrava scritto come una ricerca di Google, esempio classico: “scopri cinema aperti domenica Lugano!”.
Dietro questa sottomissione delle regole basilari della lingua italiana a quelle dell’ottimizzazione SEO, c’è qualcuno convinto che l’uso delle preposizioni e degli articoli sia punito da Google con una damnatio memoriae eterna. Hai scritto “cinema aperti LA/DI domenica?” niente indicizzazione per te, vai a farti pubblicità con le fotocopie infilate nei tergicristalli.
Avviso ai naviganti: Google non fa nessuna fatica a leggere una preposizione, potete metterla tranquillamente senza timore di scatenare la sua ira.
E questa è solo la punta dell’iceberg di un sistema che, finora, ha tenuto meticolosamente separati i due mondi. Una segregazione che non solo ha portato a risultati grotteschi, ma che ha impedito ai due pilastri della comunicazione digitale di lavorare in sinergia quando, al contrario, questo è l’unico modo per rendere la comunicazione davvero efficace.
Integrare dati e creatività: un’impresa da professionisti
Uno dei motivi per cui spesso ci troviamo davanti a strategie tradizionali e poco efficaci è il fatto che, spesso, nel settore della comunicazione si investe poco o niente, e si lavora navigando a vista, prediligendo la prudenza all’innovazione.
Questo succede principalmente in quelle attività commerciali che utilizzano in autonomia strumenti come Google o Facebook Ads, limitandosi a leggere i dati in modo superficiale e senza affidarsi a professionisti del settore capaci di mettere i dati al servizio della creatività. Viceversa, le grandi multinazionali come Netflix o Coca Cola, sempre attente ad ogni evoluzione del mercato, già da tempo sfruttano l’analisi dei dati per confezionare strategie di comunicazione mirate e innovative.
In poche parole, utilizzare in combinato l’analisi dei dati e il lavoro creativo significa essere in grado di studiare strategie di comunicazione su misura per il target della clientela e per i trend del mercato, capaci non solo di catturare clienti, ma anche di orientarne le scelte in modo proficuo.
Si tratta però di un’attività che richiede professionalità specifiche, capaci di leggere in dati in questa nuova prospettiva e di creare campagne di marketing modulate sulla base dei risultati delle analisi, così da massimizzare gli investimenti minimizzando i rischi.
Sei curioso di sapere come questo nuovo trend potrebbe lavorare per te? Contattaci! Verremo a trovarti per analizzare tutto della tua attività e delle abitudini dei tuoi clienti, e svilupperemo una strategia di comunicazione su misura per te, sfruttando ogni informazione per attrarre e fidelizzare la tua clientela.
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