“Buongiorno, vorrei raddoppiare i follower in un mese, e vedere una crescita esponenziale delle vendite su base annua. Primo mese di prova, poi se va bene pensiamo a un contratto più stabile”
“Fantastico! E il caffè a letto a che ora vuole che glielo porti?”
Questa conversazione è avvenuta almeno una volta nella vita di ogni social media manager (a onor del vero: metà della conversazione è stata solo pensata). Perché le vie del Signore sono infinite, ma anche le aspettative dei clienti non scherzano.
Saper distinguere tra legittimo, realistico e utopia
A volerla dir tutta, per il social media manager spesso più che di utopia si tratta di distopia vera e propria. Non certo a causa della malafede del cliente: il fatto stesso che si stia rivolgendo a un professionista ci dice che non mastica molto la materia. Logico, quindi, che possa avere delle aspettative irrealizzabili. Poi ci sono i clienti che pretendono l’impossibile perché mossi da un secondo (losco) fine, ma questa è un’altra storia.
Limitando la nostra analisi al cliente in buona fede, è più che legittimo che si aspetti un ritorno dal suo investimento. E anche che non abbia gli strumenti per valutare la fattibilità o meno delle sue aspettative. La maggior parte delle richieste non sono dissimili da quella riportata nell’introduzione, molto focalizzate su un risultato materiale notevole e immediato, molto poco su temi come strategia, reputazione, fiducia nel brand. In poche parole, inconsapevolmente, stanno ponendo le basi per ottenere un risultato diametralmente opposto a quello sperato.
Il vizietto di pretendere molto e concedere poco
C’è un solo modo per garantire al cliente di guadagnare un certo numero di follower entro un certo tempo e mantenere la promessa: comprarli. Purtroppo, ad oggi la ricerca non è ancora riuscita a scoprire il modo di trasformare i follower finti in conversioni vere, per cui per il momento bisogna accantonare questa soluzione.
Tornando alla realtà, il social media manager è consapevole del numero di varianti che entrano in gioco in un’attività di promozione, non ultima un pubblico estremamente volubile, e del fatto che crescere in modo organico richiede una strategia di lungo periodo. Molte di queste variabili, poi, dipendono dal cliente stesso, come il prezzo dei prodotti, la notorietà del brand e le risorse investite, il che rende ancora più illogiche certe richieste.
La serietà porta meno contratti, ma paga
E quindi? Arriviamo al punto: cosa fare davanti al cliente che pretende l’impossibile? A nostro modestissimo avviso, essere completamente onesti è il miglior modo di rispettare sia il proprio lavoro che il cliente stesso. Sicuramente alcuni andranno via delusi, ma riflettiamo: quelli sono clienti con cui si desidera lavorare? No. Nessuno spera di incontrare sul proprio cammino qualcuno che pretende la luna, ma è disposto a investire meno del minimo sindacale.
È un atteggiamento prima di tutto irrispettoso, che nasconde la sempreverde considerazione “questo sa farlo anche mio figlio che fa la quinta elementare”. Si tratta di clienti che non hanno le idee chiare e non masticano la materia, ma pretendono comunque di avere un’opinione, guarda caso un’opinione estremamente vantaggiosa per loro. La cosa giusta da fare, in questo caso, è consigliargli di rivolgersi al figlio che fa la quinta elementare, perché non sono evidentemente pronti a rapportarsi con un professionista.