È stata una rivoluzione silenziosa, tanto che oggi quasi non sappiamo come siamo finiti qui. Eppure, ci siamo, a chiedere informazioni a Linkedin o TikTok. E a chiederci cos’è un motore di ricerca oggi se ormai quello che ci serve lo cerchiamo sui social media, ma anche cos’è un social media e come dobbiamo considerarlo se ora lo utilizziamo come una volta utilizzavamo Google.
E poi, cosa significa tutto questo per i business online? Come cambia il mondo del web marketing? Che tipo di strategie social richiede questo cambiamento?
Proviamo a fare il punto della situazione.
(Cos’era e) cos’è un motore di ricerca
Un motore di ricerca è un software che, analizzando i dati disponibili sul web, offre risposte alle domande degli utenti. L’ordine dei risultati (cioè il loro posizionamento), come probabilmente tutti sapranno, dipende da un algoritmo.
E poiché il posizionamento è particolarmente importante in ragione di una serie di fattori (non ultimo l’attention span degli utenti) una parte fondamentale del web marketing si concentra su decisioni strategiche finalizzate a rendere un sito “appetibile” per l’algoritmo. Si tratta della strategia SEO, che permette – tra le altre cose – ai business online di essere più facilmente raggiungibili dalla potenziale clientela.
Il ruolo dei motori di ricerca è (è stato?) assolutamente centrale per il reperimento di ogni tipo di informazione, da quelle mediche con le diagnosi del Dottor Google fino a “elettricista Lugano” in caso di improvviso blackout in ufficio. Si tratta di un’importanza di cui sono consapevoli, e in virtù della quale hanno messo a disposizione numerose soluzioni per il web marketing. Ma è ancora così?
Cos’è un social media e come è cambiata la ricerca oggi
Dal canto loro, i social media nascono come piattaforme per la condivisione di gattini contenuti, senza alcune velleità consumistica (è così, anche se ormai non ce ne ricordiamo quasi più). Il loro scopo principale, infatti, era quello di permettere agli utenti di comunicare tra loro condividendo dalle esperienze professionali alle opinioni politiche ai neonati con le emoji sulla faccia (e si, anche i felini).
L’evoluzione del mondo social ha visto la realizzazione del loro potenziale al servizio delle imprese, con contenuti dedicati sempre più efficaci, e – come è stato per i motori di ricerca – anche la messa a disposizione di strumenti per il business. Oggi quello del social media marketing è uno dei settori più creativi.
Questa evoluzione, però, finora non aveva mai intaccato la posizione dei motori di ricerca, con quali c’era, anzi, una convivenza pacifica e priva di interazioni significative. Cosa è cambiato, quindi?
Nonno Simpson trigger warning: stiamo per dare la colpa ai giovani
Cercheremo di dirlo in modo pacato e senza accusare nessuno: è tutta colpa di TikTok e della Generazione Zeta.
Secondo le stime, infatti, la GenZ – i nati tra il 1997 e il 2012 – utilizza i social media, e in particolare TikTok che è il loro social elettivo, come se fossero motori di ricerca. Ed è un dato interessante, perché fa riferimento in particolare a un social che presenta caratteristiche ben definite.
In primis il formato: video molto brevi (a proposito di attention span) e molto incentrati sull’impatto visual. Ma anche possibilità di selezione dei contenuti e, soprattutto, di interazione con i creator.
Si tratta di un cambiamento notevole, che interessa una fascia demografica considerata pregiata per chi si occupa di social media marketing. E non sorprende, quindi, che il nuovo trend sia stato recepito anche da Meta, che con il nuovo algoritmo ha spostato il focus su una presenza online quindi più intensa e veritiera, che predilige l’autenticità all’estetica, tanto da aver portato alcuni esperti a pronosticare una presenza più intensa dei brand sui social media non tanto in termini di frequenza dei post, ma soprattutto con il rafforzamento del rapporto con la community.
E i motori di ricerca?
Alla domanda cos’è un motore di ricerca e cos’è un social media dobbiamo allora rispondere che, oggi, per una particolare fascia demografica, sono di fatto la stessa cosa, e che questo ha comportato una perdita di rilevanza dei primi in favore dei secondi.
Google non intende certo starsene fermo a guardare, però. E l’ha dimostrato. Esattamente come ha reagito all’assalto dell’intelligenza artificiale introducendo Bard AI (o Google Gemini, la risposta Google a Chat GPT di Open AI). E così anche i suoi colleghi come Bing e Safari. Sembra di sentirli: “Mica mi chiamo Internet Explorer!”
Gli algoritmi dei motori di ricerca puntano ora principalmente sui contenuti visivi, risultato che non può che ottenersi dando ai social media un posizionamento privilegiato.
Si genera così un circolo virtuoso in cui il motore di ricerca, adattatosi alla tendenza del momento, di fatto contribuisce ad alimentarla. E con l’effetto ulteriore di un ampliamento dei confini del social media marketing, ma anche dell’importanza dei professionisti del settore, il cui contributo oggi diventa ancor più fondamentale per i business che intendono rimanere competitivi. E allora, che aspettate a lanciarvi anche voi?



